Maurizio Zampetti, ex presidente del Foligno Calcio, è al centro di un’inchiesta giudiziaria che coinvolge altre sei persone, tra cui il fratello Claudio. Le accuse riguardano diversi episodi di bancarotta collegati a società riconducibili alla famiglia Zampetti. Secondo i documenti dell’inchiesta, i fratelli avrebbero agito all’interno di un “disegno criminoso” con l’obiettivo di coprire il dissesto economico delle loro società, drenando liquidità e attuando distrazioni di somme in danno dei creditori.
Tra le aziende coinvolte figurano, oltre al Foligno Calcio, diverse altre società. Gli inquirenti sostengono che i fratelli Zampetti, insieme agli altri imputati, abbiano creato nuove società o subentrato in altre, utilizzando contratti preliminari fittizi e operazioni infragruppo per coprire perdite e ritardare l’emersione del dissesto finanziario.
Un punto cruciale dell’accusa è la sottrazione di quasi 6 milioni di euro dalle casse della Koim Srl, azienda precedentemente nota come Zampetti Costruzioni. Di questa cifra, 734 mila euro sarebbero stati dirottati verso il Foligno Calcio, squadra presieduta da Maurizio Zampetti dal 2002 al 2013. Le irregolarità risalgono al periodo tra il 2010 e il 2012, durante il quale, nonostante la presenza di mancati versamenti tributari, venivano comunque effettuate sponsorizzazioni per oltre 434 mila euro e rinunciati crediti per ulteriori 300 mila euro.
Le accuse si estendono anche al periodo tra il 2007 e il 2011, quando i fratelli Zampetti, insieme ad altri imputati, avrebbero distratto 504 mila euro per coprire costi di sponsorizzazione in favore del Foligno Calcio. Queste operazioni sono state ritenute ingiustificate dagli inquirenti, contribuendo al dissesto economico delle società coinvolte.
Gli avvocati difensori hanno contestato le accuse, sostenendo che le operazioni infragruppo effettuate dalle società della famiglia Zampetti non configurano bancarotta fraudolenta. Secondo la difesa, una consulenza tecnica dimostrerebbe che tali operazioni avrebbero comportato vantaggi compensativi che escluderebbero la fattispecie di reato contestata dalla Procura.
Per tutti gli imputati è stata avanzata la richiesta di rinvio a giudizio. Sarà il tribunale a stabilire se le operazioni finanziarie e societarie messe in atto dai fratelli Zampetti costituiscano effettivamente bancarotta fraudolenta o se, come sostiene la difesa, si tratti di semplici operazioni infragruppo prive di rilevanza penale.