Cantone: “A Perugia droga facile da comprare, ma nessuna presenza mafiosa stabile”

Il procuratore Cantone segnala un allarme sulla diffusione di droga a Perugia e l'infiltrazione della criminalità organizzata in alcuni settori economici dell'Umbria.

L’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025 ha messo in luce dati inquietanti riguardanti la diffusione di stupefacenti a Perugia. Il procuratore Raffaele Cantone, nella sua relazione, ha evidenziato come un’indagine condotta nella città abbia mostrato la facilità di reperimento di droghe, in particolare dopo il rinvenimento di fentanyl mescolato a eroina.

Gli agenti undercover, impiegati durante le indagini, non hanno riscontrato alcuna difficoltà nell’acquisto delle sostanze. Gli spacciatori, infatti, non solo si sono avvicinati spontaneamente agli agenti, offrendo droga con estrema facilità, ma hanno anche fornito utenze telefoniche per facilitare ulteriori contatti. Secondo la relazione, tutti gli arrestati sono stati identificati come cittadini nordafricani privi di permesso di soggiorno, senza domicilio e documenti, riconosciuti solo attraverso le matricole ministeriali.

In Umbria assente una presenza mafiosa stabile

Nonostante l’allarme legato alla droga, Cantone ha sottolineato che in Umbria non risultano organizzazioni mafiose stanziali. Tuttavia, la regione è oggetto di interesse da parte di cosche operanti in altre aree, principalmente per attività di riciclaggio e reinvestimento illecito. Le indagini hanno rivelato rapporti tra la criminalità organizzata campana e l’Umbria, soprattutto nel contesto delle frodi legate ai bonus pandemici.

Infiltrazioni mafiose nei settori economici

Il procuratore Cantone ha inoltre descritto la presenza di soggetti collegati a ‘ndrine calabresi e gruppi camorristici campani attivi in Umbria, in particolare nelle province di Perugia e Terni. Questi gruppi operano in settori economici come l’edilizia, il turismo e il commercio, facendo ricorso a risorse di provenienza illecita o, in alcuni casi, alla forza intimidatoria tipica delle organizzazioni mafiose. Settori particolarmente a rischio risultano essere la compravendita di prodotti petroliferi e il riciclo dei rifiuti, specialmente quelli metallici.

Indagini in corso sul coinvolgimento della criminalità organizzata

L’interesse delle cosche meridionali per l’Umbria è attualmente oggetto di ulteriori indagini condotte dalla Dda perugina in collaborazione con altri uffici giudiziari e la Direzione Nazionale Antimafia. Questo lavoro investigativo è volto a far luce su eventuali ulteriori infiltrazioni della criminalità organizzata in settori strategici e vulnerabili dell’economia locale.

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