In occasione della Giornata Internazionale per l’aborto libero e sicuro, Maria Rita Paggio, segretaria generale della Cgil dell’Umbria, ha scritto una lettera alla presidente della Regione, Donatella Tesei, e all’assessore alla Sanità, Luca Coletto, per chiedere la piena esigibilità di un diritto fondamentale per le donne, messo a rischio da scelte politiche e dalle criticità del Sistema Sanitario Nazionale. “Chiediamo la piena esigibilità di questo diritto conquistato dalle lotte delle donne e oggi fortemente messo in discussione sia da scelte politiche che dalle criticità in cui versa il Ssn”, si legge nella missiva.
Paggio ha evidenziato la situazione critica dei consultori familiari nella regione, che risultano “in numero nettamente inferiore rispetto a quanto stabilito dalla normativa (uno ogni 20mila abitanti)”. La segretaria denuncia anche la “generalizzata carenza di personale”, una problematica che limita l’accesso ai servizi per le donne e mette a rischio la tutela della salute riproduttiva.
Un altro punto critico sollevato è la scarsità di strutture ospedaliere dove è possibile effettuare l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG). “Troppo pochi – spiega Paggio – per garantire un’adeguata copertura nei territori e il pieno rispetto del diritto a una scelta libera e consapevole”. A complicare ulteriormente la situazione c’è “la forte presenza di personale obiettore, sia negli ospedali che nei consultori”, che rende il percorso per le donne un vero e proprio “percorso ad ostacoli”, trasmettendo “una cultura punitiva e ostativa nei confronti delle donne e del loro corpo”.
La Cgil Umbria chiede un intervento immediato per garantire l’accesso a un aborto libero e sicuro attraverso una serie di misure specifiche:
- Strutture e personale non obiettore in numero adeguato alle esigenze dei vari territori.
- Tempistiche certe per rispettare la volontà e la salute delle donne.
- Ricorso alle pratiche di IVG più sicure e meno invasive, in linea con la Circolare del Ministero della Salute del 2020 sull’Aborto farmacologico.
- Rispetto del target minimo di un consultorio pubblico ogni 20mila abitanti.
- Assunzioni del personale necessario per garantire i servizi di prossimità e la multidisciplinarietà.
- Divieto per le associazioni antiabortiste di entrare nelle strutture pubbliche, dove si effettuano la prima visita e l’accesso all’IVG, per tutelare la libera scelta delle donne.
“Affinché il diritto all’aborto sicuro e libero sia garantito e alla scelta libera e consapevole, la Cgil continuerà a monitorare i dati, l’incidenza del fenomeno dell’obiezione di coscienza e la presenza e operatività dei consultori e delle strutture sanitarie, a partire dai territori“, conclude Paggio. Nel frattempo, la Cgil annuncia la sua presenza in piazza IV Novembre a Perugia, insieme alla Rete Umbra 2020, all’Udi e a molte altre associazioni, per difendere il diritto delle donne a decidere liberamente e in sicurezza sul proprio corpo e sulla propria vita.