Sciopero nazionale nella sanità privata: anche in Umbria braccia incrociate per il contratto

I lavoratori della sanità privata in Italia scioperano per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali Aiop e Aris, bloccati da 12 anni. La protesta coinvolge 200.000 dipendenti, che chiedono un contratto unico per il settore socio-sanitario.

L’interruzione delle trattative e il crescente malcontento hanno portato i dipendenti delle strutture sanitarie private a scendere in piazza. In Umbria, sono 600 i lavoratori coinvolti, mentre a livello nazionale la mobilitazione interessa ben 200.000 dipendenti. Le strutture sanitarie umbre, 12 in totale, hanno aderito allo sciopero, chiedendo l’apertura immediata di un tavolo negoziale per il riconoscimento dei diritti economici e contrattuali del personale.

La protesta nasce dall’interruzione delle trattative avvenuta a giugno 2024, quando le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl chiedevano l’avvio di un percorso per la creazione di un contratto collettivo unico per il settore socio-sanitario. Tuttavia, le divergenze con le associazioni datoriali Aiop e Aris hanno reso impossibile raggiungere un accordo, portando i sindacati a proclamare lo sciopero odierno. Gli “accordi ponte” siglati nel 2023 e nel 2024, che avevano temporaneamente alleviato la situazione, non sono bastati a evitare l’escalation del conflitto.

I sindacati denunciano l’atteggiamento delle controparti, che chiedono alle istituzioni pubbliche la copertura dei costi contrattuali prima di procedere con i rinnovi. Una posizione ritenuta inaccettabile, poiché scarica il rischio d’impresa sui lavoratori. La richiesta centrale delle organizzazioni sindacali è chiara: un contratto unico per tutto il settore socio-sanitario.

Le tensioni erano già evidenti durante le ultime trattative, ma è stato solo dopo l’interruzione delle negoziazioni che si è deciso di passare a un’azione di protesta più incisiva. La manifestazione di oggi rappresenta solo l’inizio di una mobilitazione che potrebbe proseguire fino al raggiungimento dell’obiettivo. I sindacati sono pronti a continuare la lotta finché non verranno riconosciuti i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità privata.

La questione del contratto unico non è nuova, ma trova ora nuova forza nel contesto attuale, con il settore privato in crescita e i lavoratori che rivendicano una giusta distribuzione dei benefici economici. La situazione è resa ancora più complessa dalle diverse posizioni delle parti coinvolte: da un lato, i sindacati chiedono il riconoscimento dei diritti dei lavoratori; dall’altro, le associazioni datoriali sono restie ad accettare condizioni senza garanzie economiche da parte dello Stato.

Lo sciopero di oggi è quindi una tappa cruciale nella vertenza, che vede coinvolti non solo i lavoratori, ma anche le istituzioni e l’opinione pubblica. La richiesta di un contratto unico è percepita come una necessità non solo per i dipendenti, ma anche per garantire una maggiore equità e stabilità nel settore socio-sanitario.

In conclusione, la mobilitazione dei lavoratori della sanità privata continuerà finché non verrà raggiunto un accordo equo. I sindacati ribadiscono la loro determinazione a portare avanti la lotta per un contratto collettivo che tuteli i diritti di tutti i lavoratori del settore, e chiedono alle controparti datoriali di abbandonare la logica dello scontro e di aprirsi a un dialogo costruttivo.

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