Le elezioni regionali in Umbria: quali sorprese ci aspettano?

Tra il predominio del centrodestra nei piccoli comuni e il peso dei grandi centri urbani, ecco come si prospetta la sfida politica di questo autunno

Urne per voto

Le elezioni regionali rappresentano un evento politico di rilevanza intermedia, collocandosi tra le elezioni amministrative locali e quelle nazionali per la Camera e il Senato. Dopo le elezioni politiche di settembre 2022, le elezioni europee di giugno scorso, insieme al rinnovo di due terzi dei consigli comunali, hanno costituito un significativo test politico anche per l’Umbria. Sebbene il contesto e l’offerta politica siano molto diversi e considerata la volatilità di una parte consistente dell’elettorato, i risultati delle europee offrono spunti di riflessione utili in vista delle prossime regionali.

Analizzando i risultati aggregati dei 92 comuni umbri, emergono due principali coalizioni: da un lato, il centrodestra – o meglio, destra-centro – composto da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega; dall’altro, un’ampia alleanza tra il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, integrata da alcuni esponenti dell’ex Terzo Polo (Azione e +Europa) e la sinistra di Pace Terra e Dignità, forze che sostengono Stefania Proietti. A queste coalizioni si aggiungono ulteriori liste presidenziali, Noi Moderati, il PSI e gruppi civici, che a livello regionale hanno un peso minore rispetto alle elezioni comunali.

La mappa elettorale

Il centrodestra è in vantaggio in due terzi dei comuni umbri: in 52 su 92, supera il 50% dei voti, con picchi superiori al 60% in molte piccole realtà della Valnerina, del Ternano, dello Spoletino e della Media Valle del Tevere, tra le altre. Tuttavia, la situazione si capovolge se si considerano i comuni con più di 15 mila abitanti, che concentrano oltre il 70% della popolazione umbra, rendendo questi centri decisivi in una competizione regionale senza ballottaggio, dove vince chi ottiene anche un solo voto in più.

Grandi e piccoli centri: una sfida equilibrata

Nei 28 comuni in cui il centrosinistra e l’ex Terzo Polo sono in vantaggio, si trovano quasi tutti i grandi centri dell’Umbria, come Perugia, Terni, Narni, Gubbio, Castiglione del Lago, Umbertide, Corciano, Spoleto, Magione, Marsciano, Foligno e Orvieto, con Castello dove il centrodestra è avanti di poco più di due punti. Tuttavia, è importante notare che in recenti elezioni amministrative, alcune di queste città, come Foligno, Orvieto e Umbertide, hanno visto la vittoria del centrodestra, seppur di misura. Dunque, i risultati delle elezioni europee suggeriscono delle tendenze, ma non offrono una previsione certa per l’autunno.

Affluenza: un fattore decisivo

Un altro elemento da monitorare sarà l’affluenza alle urne. A differenza delle elezioni amministrative e politiche, le elezioni regionali hanno visto un calo costante della partecipazione nel corso dei decenni, complice anche la fine delle grandi appartenenze ideologiche. Dal 1970, anno in cui furono istituite le Regioni, l’affluenza è progressivamente diminuita, con un calo particolarmente marcato a partire dal 2000.

Il caso del 2019

L’unica eccezione significativa è stata nel 2019, l’anno della storica vittoria della destra in Umbria, che ha visto un aumento della partecipazione elettorale. Questo evento dimostra che l’astensionismo non è inevitabile: se gli elettori percepiscono l’importanza della competizione e trovano i candidati credibili, sono più propensi a recarsi alle urne.

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