“Nella serata di ieri, martedì 27 agosto,” hanno dichiarato in un comunicato i consiglieri Marko Hromis (PD), Fabrizio Ferranti (Perugia per la sanità pubblica), Antonio Donato (M5S) e Riccardo Vescovi (Anima Perugia), “tantissimi concittadini hanno risposto presente” all’appello lanciato dal Comitato di San Sisto. Questo comitato, nato spontaneamente, si occupa da mesi di informare la cittadinanza sul progetto del Metrobus (BRT), lasciato in eredità alla città dall’amministrazione Romizi.
“Non è la prima volta” che centinaia di persone scendono in piazza per confrontarsi sul tema, hanno sottolineato i consiglieri, rimarcando l’impegno per la trasparenza e la partecipazione, promesso in campagna elettorale da tutte le forze dell’alleanza per la Vittoria. Questi incontri, spesso alla presenza della Sindaca, di assessori e di consiglieri comunali, testimoniano la preoccupazione diffusa tra i cittadini.
Il dibattito sul BRT continua a generare “preoccupazioni, dubbi e fortissime contrarietà” tra la popolazione, che teme che il progetto possa “ferire la città senza fornire un’idea d’insieme su viabilità, mobilità e trasporto pubblico.” Sono state proposte diverse soluzioni per mitigare l’impatto del progetto, ora all’esame della Sindaca, della Giunta e degli uffici tecnici, in collaborazione con il Ministero.
“Ci adopereremo, come Consiglieri Comunali, a tutelare ogni sensibilità”, hanno dichiarato Hromis, Ferranti, Donato e Vescovi, sottolineando il loro impegno a portare all’attenzione dei decisori ogni contributo e istanza, sia di interesse pubblico che privato. “È nostro dovere e nostra volontà”, hanno ribadito, esprimendo la speranza che il dibattito non venga strumentalizzato da chi potrebbe avere “la tentazione di dividere ulteriormente la cittadinanza”.
Anche il Comune ha espresso le sue perplessità, sottolineando però come non sia possibile recedere da un progetto avviato. In questo senso è già partito il cantiere Hanno concluso con un appello affinché il dibattito resti un momento di partecipazione popolare e non si trasformi in propaganda politica.