Tormenta la ex che l’ha lasciato e tenta di investire il genero: condannato a 12 anni e mezzo

Per lui l'accusa è di atti persecutori nei confronti della ex compagna e tentato omicidio. La difesa ha presentato appello: udienza a Novembre

Condanna a 12 anni e mezzo di carcere per un albanese di 60 anni che il tribunale di Perugia ha ritenuto colpevole di stalking nei confronti dell’ex compagna e del tentato omicidio del genero, episodi avvenuti nell’ottobre 2022 a Ponte Felcino. Ne riferisce Umbria24.  La difesa ha presentato Appello e il processo si terrà a Novembre,.

La vicenda ha avuto inizio quando l’imputato, incapace di accettare la fine della relazione con la sua ex compagna, ha tentato di investire con la sua auto il giovane compagno della figlia della donna. I giudici hanno descritto come l’uomo abbia cercato più volte di colpire il ragazzo con l’auto, mancandolo solo grazie alla prontezza della vittima che è riuscita a evitare l’impatto.

La sentenza di primo grado ha anche sottolineato gli anni di violenze e minacce subite dalla donna. La ex compagna ha dichiarato di essere stata picchiata ripetutamente, spesso in presenza di altre persone, ma di non aver denunciato le aggressioni fino al 2017 per paura di ritorsioni. La figlia dell’imputato ha testimoniato di aver assistito a numerosi episodi di violenza, raccontando di come l’uomo avesse minacciato sua madre, mettendole le mani al collo. Questi eventi hanno contribuito a creare una situazione di ansia e paura costante per la donna e i suoi familiari.

Il culmine della vicenda si è verificato il 16 ottobre 2022, quando il genero ha affrontato l’albanese per strada, cercando di difendere la suocera e la fidanzata. Dopo un acceso confronto, il giovane ha cercato di colpire l’imputato, che ha reagito tentando nuovamente di investirlo con l’auto. Il ragazzo è riuscito a salvarsi solo scavalcando una recinzione per evitare l’impatto.

Il tribunale ha smontato la tesi difensiva dell’imputato, secondo cui avrebbe agito per legittima difesa o con l’intento di spaventare il giovane, dichiarando che la sua versione non era credibile. I giudici hanno ritenuto che, se l’uomo avesse voluto semplicemente intimorire il ragazzo, avrebbe potuto interrompere l’azione prima di mettere seriamente in pericolo la vita del giovane. La Corte ha pertanto riconosciuto la sussistenza di entrambi i reati: atti persecutori nei confronti della ex compagna e tentato omicidio nei confronti del genero.

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