Italia Viva: “No ad un nuovo termovalorizzatore, migliorare gli impianti esistenti”

I renziani dicono no al piano regionale dei rifiuti: "La produzione dei rifiuti non è tale da giustificare un nuovo investimento"

Il Presidente di Italia Viva Umbria, Massimo Gnagnarini, ha espresso la posizione contraria del partito rispetto al Piano Regionale dei Rifiuti della Giunta Tesei, che prevede la costruzione di un nuovo termovalorizzatore. “Italia Viva non ha alcuna pregiudiziale ideologica nel chiudere il ciclo dei rifiuti attraverso i termovalorizzatori”, ha dichiarato Gnagnarini in una nota, chiarendo però che il partito si oppone alla costruzione di un nuovo grande impianto in Umbria, ritenendolo superfluo.

Secondo Gnagnarini, la quantità di rifiuti prodotti in Umbria non giustifica l’esigenza di un nuovo termovalorizzatore. La regione produce circa 450mila tonnellate di rifiuti urbani all’anno, di cui 300mila vengono recuperate attraverso la raccolta differenziata. Il residuo di 50mila tonnellate porta a un totale di 200mila tonnellate di materiale da smaltire. “Questa quantità sarebbe smaltibile con gli impianti già esistenti”, ha affermato il Presidente di Italia Viva, riferendosi ai due cementifici di Gubbio, capaci di utilizzare fino a 100mila tonnellate, e all’inceneritore di ACEA a Terni, recentemente autorizzato a trattare anche rifiuti urbani.

Gnagnarini ha poi sottolineato che eventuali eccedenze potrebbero essere smaltite in impianti già operativi in regioni limitrofe, che necessitano di materiale per il loro funzionamento. “Non è con l’apertura di un nuovo sito che si potranno lenire i disagi ambientali” delle città umbre già gravemente colpite, come Terni, Gubbio e Orvieto. In particolare, Gnagnarini ha richiamato l’attenzione sulla situazione di Orvieto, dove la più grande discarica umbra è stata recentemente ampliata dalla Giunta Tesei, nonostante si trovi a soli 1900 metri dal Duomo in linea d’aria.

Italia Viva propone invece di investire nelle tecnologie esistenti, migliorando gli impianti già operativi per ridurre l’impatto ambientale e avere ricadute positive sulle tariffe a carico dei cittadini umbri. Secondo Gnagnarini, “un ripensamento di quanto deciso dalla Giunta Tesei” eviterebbe anche le inevitabili proteste e tensioni sociali legate alla localizzazione del nuovo impianto, in una regione già in difficoltà demografica e con una produzione di rifiuti in calo.

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