Omicidio Morelli, Ossoli: “Volevo spararle alle gambe”. La Procura non gli crede

Uccide la ex moglie a Norcia: Domenico Ossoli tenta di giustificarsi, ma la Procura contesta la premeditazione. Indagini in corso.Emerge un controllo totale sulla ex coniuge

“Non la volevo uccidere, volevo spararle alle gambe”.  Così agli inquirenti Domenico Ossoli l’ex e autista di pullman di 73 anni, che domenica ha ucciso la sua ex moglie, Annarita Morelli, sparandole alla spalla sinistra con una Beretta 7,65 partendo da Norcia per andare a Roma dove la ex risiedeva. La Procura di Tivoli che indada sul caso, tuttavia,  non ritiene credibili le sue affermazioni e ha contestato anche la premeditazione.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il movente dell’omicidio sarebbe legato al desiderio di Ossoli di mantenere un controllo ossessivo sulla donna, che da quattro anni aveva lasciato il marito, tornando a vivere a Norcia. La Procura ha sottolineato come l’uomo non accettasse la fine del rapporto e volesse mantenere un dominio totale sulla vita della ex moglie. Ossoli, infatti, aveva installato un dispositivo GPS sull’auto della vittima e, secondo quanto riferito dai familiari, era solito ripetere frasi minacciose, come “piuttosto la ammazzo ma non le do la separazione.”

L’omicidio è avvenuto in circostanze che lasciano pochi dubbi sulla volontà premeditata di Ossoli. Secondo il pubblico ministero, l’uomo avrebbe attirato la donna per poi colpirla a bruciapelo, un’azione che contraddice le sue dichiarazioni sulla presunta intenzione di non uccidere. Anche le risultanze del medico legale confermano l’incompatibilità tra le affermazioni dell’uomo e la dinamica dell’omicidio.

Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura di Tivoli, hanno portato alla scoperta di una serie di registrazioni audio conservate nella casa di Ossoli a Norcia, che potrebbero fornire ulteriori prove del comportamento ossessivo dell’uomo. Tra questi file audio, ci sarebbero anche conversazioni con la vittima che potrebbero confermare la sua volontà di mantenere un controllo assoluto su di lei. Gli inquirenti hanno acquisito il materiale che sarà analizzato per raccogliere ulteriori elementi a carico del fermato, attualmente detenuto nel carcere di Rebibbia con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.

Nei prossimi giorni, la Procura chiederà la convalida dell’arresto, e il tribunale dovrà fissare l’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari.

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