Non ci fu negligenza nell’operazione, assolto il cardiologo Marco Cardile

Il medico che opera all'ospedale di Branca era stato accusato di colpa grave per un intervento di angioplastica eseguito nel 2011, ma la Corte ha concluso che non vi è stata alcuna responsabilità da parte sua, d

La Corte dei Conti dell’Umbria ha assolto il cardiologo Marco Cardile, in servizio presso l’ospedale di Branca, respingendo la richiesta di risarcimento avanzata dalla Procura contabile. Il medico era stato accusato di colpa grave per un intervento di angioplastica eseguito nel 2011, ma la Corte ha concluso che non vi è stata alcuna responsabilità da parte sua, disponendo anche la liquidazione degli oneri difensivi per 3.500 euro.

L’accusa riguardava un’operazione di angioplastica coronarica eseguita su una paziente con una dissezione coronarica, una condizione in cui la parete coronarica si rompe, spesso richiedendo un intervento immediato. Secondo l’accusa, la rottura della parete coronarica sarebbe avvenuta durante l’intervento, portando la paziente a fare causa all’ASL Umbria 1, che ha successivamente pagato un risarcimento di 186.056,15 euro. La Procura contabile, basandosi sulla consulenza tecnica del procedimento civile, aveva quindi ritenuto il dottor Cardile responsabile del danno erariale a titolo di colpa grave.

Durante l’udienza presso la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, presieduta da Piero Carlo Floreani, la difesa del cardiologo ha contestato le accuse, sostenendo che la Procura aveva fondato la sua tesi accusatoria unicamente sulla consulenza tecnica prodotta nel corso del procedimento civile, senza rispettare il contraddittorio. Gli avvocati di Cardile, Fabio Antonioli e Francesco Alessandro Magni, hanno inoltre sottolineato come quella consulenza non giustificasse una condanna, e hanno richiesto il rigetto delle conclusioni del consulente tecnico d’ufficio (CTU).

Il collegio giudicante della Corte dei Conti ha accolto le argomentazioni della difesa, rigettando l’accusa di colpa grave e assolvendo il medico da ogni responsabilità. La decisione rappresenta un importante riconoscimento per il dottor Cardile, dimostrando che l’intervento eseguito non è stato causa di danno erariale né frutto di negligenza professionale.

La vicenda è nata il 30 marzo 2011, quando la paziente è stata ricoverata presso l’ospedale di Branca a causa di una dissezione coronarica, una condizione potenzialmente letale che richiede spesso interventi tempestivi come l’angioplastica. Tuttavia, la Procura contabile aveva messo in discussione la necessità dell’intervento, basandosi su valutazioni probabilistiche e sul dubbio espresso dal CTU riguardo all’efficacia e alla correttezza dell’operazione. Nonostante ciò, la difesa ha dimostrato che le accuse non avevano fondamento solido, ottenendo così l’assoluzione completa del med

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