Prosegue il botta e risposta sul tema del termovalorizzatore, dopo il no della sindaca di Perugia e le repliche dal centrodestra. Scendono in campo due ex sindaci.
L’Autorità umbra per l’idrico e i rifiuti (Auri) è un ente tecnico gestito dai sindaci, ma risponde ai diktat dell’autorità nazionale Arera per le tariffe e sottostà alla pianificazione regionale per i rifiuti. Giacomo Chiodini, ex sindaco Pd di Magione e vicepresidente uscente di Auri, in una nota, sottolinea questa ambiguità di fondo, auspicando una revisione del ruolo e del funzionamento dell’authority. Attualmente, solo la Regione può rivedere la scelta del termovalorizzatore.
Nel contesto del dibattito aperto in questi giorni, il consigliere regionale Pd Fabio Paparelli ha sollecitato il ritiro del bando per la realizzazione del termovalorizzatore previsto in Umbria. Chiodini ha specificato che il bando risponde a una legge regionale approvata dal centrodestra e prevede che la localizzazione dell’impianto sia proposta dal privato che si occuperà della costruzione. Ha inoltre accusato la Regione di voler far credere che siano i sindaci a decidere dove sarà realizzato l’impianto, liberandosi così della responsabilità.
I sindaci, secondo Chiodini, hanno più volte sollevato perplessità su questa programmazione, ma diventa difficile da smontare. “Solo la futura maggioranza in Regione potrà, se ne avrà la forza, rivedere un piano che non ha preso in considerazione possibili accordi interregionali di chiusura del ciclo, lanciandosi in una costosa soluzione che immancabilmente i territori, di qualunque colore politico, osteggeranno al momento della sua effettiva realizzazione.”
Anche Andrea Romizi, ex sindaco di Perugia e segretario regionale di Forza Italia Umbria, è intervenuto nel dibattito. “Il piano regionale dei rifiuti, al centro del dibattito in queste ore, ha ricevuto pochi giorni fa il disco verde dalla Commissione europea in quanto soddisfa tutte le condizioni poste da Bruxelles,” ha sottolineato Romizi. Ha criticato le dichiarazioni di alcuni esponenti e sindaci di centrosinistra, accusandoli di produrre “dichiarazioni esclusivamente di natura ideologica” in contrapposizione alle politiche dell’UE e ai processi di sviluppo economico, ambientale e sanitario dell’Umbria.
Romizi ha evidenziato che Bruxelles ha introdotto obiettivi ambiziosi per massimizzare il riciclo e minimizzare l’uso delle discariche, ritenute dannose per la salute, la sostenibilità ambientale ed economica. Nel 2019, la Regione Umbria, con la Giunta di centrosinistra, conferiva in discarica ancora 150.000 tonnellate all’anno di rifiuti. Con il nuovo piano, “arriverà al 7% con il nuovo piano dei rifiuti attuato dalla Giunta di centrodestra”, raggiungendo l’obiettivo con cinque anni di anticipo rispetto alla normativa europea e nazionale del 2035.
Il nuovo piano dei rifiuti, già certificato dall’UE, eliminerà il trattamento meccanico biologico e avvierà il trattamento termico dei rifiuti per il recupero energetico. Questo permetterà all’Umbria di allinearsi alle regioni e ai paesi economicamente avanzati, riducendo le tariffe per i cittadini umbri e migliorando la salute e l’ambiente. “Il piano assicurerà autosufficienza nella gestione dei rifiuti, eliminando i costi derivanti dalla delocalizzazione dello smaltimento di una parte di questi presso altre regioni”.
Romizi ha ringraziato l’attuale Giunta regionale e l’assessore all’ambiente Roberto Morroni per il loro lavoro nel portare avanti questo importante piano di modernizzazione. Ha elogiato anche i passaggi preliminari al piano, tra cui l’istituzione di un comitato tecnico scientifico, l’analisi delle migliori prassi europee e nazionali, e un processo di partecipazione con la comunità regionale.