Dissequestrato il capannone dell’azienda edile dove lavorava l’operaio di 48 anni di Cerreto di Spoleto, rimasto gravemente ferito lo scorso 29 giugno mentre lavorava al cantiere del comune di Cascia.
Le lesioni subite dal lavoratore sono state fin da subito considerate compatibili con una caduta dall’alto, ma le circostanze dell’incidente rimangono ancora da chiarire.
I sigilli della Procura di Spoleto rimangono invece nel cantiere post sisma di palazzo Frenfanelli, sede del Comune di Cascia, dove la stessa ditta edile sta lavorando in subappalto. Questa situazione suggerisce che il luogo dell’incidente sia stato individuato con maggiore certezza.
Sebbene infatti non ci siano conferme ufficiali, il dissequestro del capannone e il mantenimento dei sigilli nel municipio indicano che le indagini stanno convergendo sul cantiere del Comune di Cascia come luogo dell’incidente. Fin dalle prime ore dell’inchiesta, si è ipotizzato che il muratore 48enne sia rimasto ferito all’interno della sede comunale. Un ulteriore sopralluogo è stato effettuato, con la partecipazione del sostituto procuratore Michela Petrini e dell’avvocato Domenico Benedetti Valentini, rappresentante dell’impresario edile di Cascia iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di lesioni colpose.
L’accusa di lesioni colpose è attualmente provvisoria, ma è necessaria per consentire lo svolgimento di tutti gli accertamenti del caso. Questo delinea il quadro entro cui si muovono gli inquirenti, cioè quello dell’infortunio sul lavoro. La dinamica dell’incidente che ha portato al ricovero del muratore, ancora sotto prognosi riservata, resta da stabilire. Il lavoratore è stato sentito dagli inquirenti, ma le sue risposte non hanno fornito la svolta decisiva nella ricostruzione dei fatti.
L’avvocato della ditta ha spiegato che quest’ultima è assicurata e quindi si attiverà per risarcire il lavoratore.