“Rafforzare ulteriormente i controlli, le ispezioni nelle aziende agricole” e “incrociare le banche dati per avere una mappatura aggiornata dell’insistenza del fenomeno” sono le misure suggerite dal segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, per contrastare il caporalato, lo sfruttamento e il lavoro irregolare nel settore agricolo. Intervenendo ad Assisi al consiglio generale Fai-Cisl, che ha concluso la nuova edizione delle “Giornate della Montagna”, Sbarra ha sottolineato anche l’importanza di “ingressi regolati”.
Collaborazione istituzionale e applicazione della Legge 199. Per affrontare efficacemente il problema, Sbarra ha affermato che è necessario “dare continuità al tavolo di confronto avviato qualche giorno fa con la ministra del Lavoro Calderone e con il ministro delle Politiche alimentari Lollobrigida” e dare “piena attuazione” alla Legge 199. “L’abbiamo conquistata nel 2016 come strumento forte di contrasto al caporalato, allo sfruttamento e al lavoro nero in agricoltura,” ha spiegato Sbarra. Tuttavia, ha osservato che in otto anni la legge ha funzionato bene “sul versante sanzionatorio e repressivo, ma non ha dato i frutti sperati per quanto riguarda la prevenzione e l’investimento sulla qualità delle aziende agricole, per governare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro.”
La necessità di una mappatura aggiornata e controlli più severi. La proposta di incrociare le banche dati per ottenere una mappatura aggiornata del fenomeno è cruciale per Sbarra. Questo permetterebbe di avere una visione chiara e dettagliata dell’insistenza del caporalato e dello sfruttamento nelle diverse aree agricole. Inoltre, il rafforzamento delle ispezioni nelle aziende agricole garantirebbe una maggiore trasparenza e il rispetto delle norme vigenti, contrastando efficacemente le pratiche illegali.
Il ruolo della Legge 199 nel contrasto al caporalato. La Legge 199, introdotta nel 2016, ha rappresentato un passo significativo nella lotta contro il caporalato e il lavoro nero in agricoltura. Tuttavia, secondo Sbarra, è fondamentale non solo mantenere ma anche potenziare le misure di prevenzione e promuovere investimenti per migliorare la qualità delle aziende agricole. Questo potrebbe facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro in maniera legale e trasparente, riducendo così le pratiche di sfruttamento.