Nel 2023 i giovani umbri dai 15 a 34 anni che non lavorano, non studiano, non sono coinvolti in percorsi formativi sono scesi sotto le 20.000 unità (erano quasi 32.000 nel 2018), per una flessione del 38,8 per cento, nettamente superiore alle aree benchmark, soprattutto Italia e regioni settentrionali. Un dato importante, segnalato dall’Agenzia Umbria Ricerche, che si allinea al dato nazionale che vede finalmente un calo generalizzato.
Sempre secondo i dati, i giovani Neet tra i 15 e i 29 anni sono diminuiti del 44,9 per cento (-32,2 per cento in Italia, -28,4 per cento al Nord, -37 per cento al Centro), scendendo nel quinquennio a poco più di 12.000
Si viaggia spediti verso l’obiettivo fissato della discesa sotto il 9 percento a livello europeo entro il 2030, anche se in Italia i Neet vengono calcolati fino a 34 anni mentre nel resto del continente, il Programma Youth Guarantee Act) per l’inserimento lavorativo dei giovani che si trovano fuori dal lavoro e dall’istruzione formale e che non seguono corsi di formazione arriva ai 29 anni.
Tornando al dato umbro, secondo Aur, il dato più importante è che la contrazione dell’universo dei giovani che non lavorano, non studiano, non partecipano a percorsi formativi è imputabile solo in maniera residuale al calo demografico dei 15-34enni residenti in Umbria, in Italia, al Centro (in controtendenza rispetto all’espansione registrata invece nelle regioni del Nord), come attesta la flessione, particolarmente sostenuta nella regione, della quota dei Neet sulla popolazione di riferimento.
Se dal 2018 al 2023 i residenti umbri dai 15 ai 34 anni sono calati di 4.046 unità, i coetanei Neet sono scesi di 12.644 unità. E così per le singole classi di età, comprese quelle con meno di 25 anni, ove la flessione dei Neet è andata in controtendenza rispetto all’aumento demografico.
Fra i motivi del calo in Umbria c’è un aumento degli occupati, passati da quasi 74.000 a oltre 75000, con la crescita di 2,2 punti in 4 anni (46,4)
Ma uno dei punti chiave, è secondo Aur la partecipazione a percorsi di istruzione e formazione, contestualmente alla diminuzione dell’abbandono scolastico. In quattro anni, la percentuale degli Under 25 che hanno partecipato a corsi di formazione è salita dal 63,7 al 68,1 per cento, ponendo e pone l’Umbria al di sopra dei livelli italiani e di quelli delle regioni del Nord (ma non quelle del Centro) e anche al di sopra del valore medio europeo. In particolare, quello relativo ai soli 17 enni colloca la regione sempre al di sopra di tutte le aree benchmark.
Ancora, in Umbria è evidente l’aumento progressivo degli alunni iscritti alla scuola secondaria di secondo grado, alimentato in particolare dalle preferenze verso gli orientamenti generali a discapito degli indirizzi professionali (+30,2 contro -9,4 per cento dal 2013 al 2021).
Nella fascia 25-34 anni invece, il tasso di istruzione terziaria in Umbria supera le regioni del Nord (34,4 contro 32,9 e addirittura 30,6 nazionale). In generale Aur sottolinea come dopo il Covid l’Umbria sia tornata su valori più bassi rispetto al 2018 sul fronte dell’abbandono scolastico (5.5 percento), un dato che vede la regione centrare in anticipo il target europeo.
Dati positivi anche sul fronte delle competenze: secondo il rapporti Invalsi 2023 lo studente umbro che completa il ciclo di studi esce con livelli minori di “dispersione implicita” (cioè di competenze di base non adeguate) inferiore alla media nazionale.