Il 29 maggio si celebra “Legalità, ci piace!”, l’iniziativa di Confcommercio volta a promuovere e rafforzare la cultura della legalità come prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo. Quest’anno, l’evento è stato anche l’occasione per annunciare l’implementazione in Umbria del Protocollo quadro per la sicurezza, sottoscritto lo scorso febbraio con il Ministero dell’Interno e incentrato sul concetto di sicurezza partecipata.
Giorgio Mencaroni, presidente di Confcommercio Umbria, ha dichiarato: “Crediamo nell’efficacia di azioni concrete di collaborazione tra imprenditori e Forze dell’Ordine e faremo tutto il possibile per dare concretezza operativa al Protocollo per garantire sempre maggiori livelli di protezione e sicurezza agli esercizi commerciali e alle imprese.” Il Protocollo prevede il collegamento dei sistemi di video-allarme con le sale operative delle Forze di Polizia, consentendo di ricevere segnalazioni e immagini in tempo reale in caso di rapina. Gli imprenditori interessati possono contattare gli uffici di Confcommercio in Umbria per aderire al Protocollo.
Un’indagine di Confcommercio Imprese per l’Italia, condotta in occasione della undicesima edizione di “Legalità, ci piace”, ha rivelato che usura, estorsione, racket, furti e atti di vandalismo sono percepiti come i fenomeni criminali in maggior aumento dalle imprese di commercio, turismo e servizi del Centro Italia, inclusa l’Umbria. Tuttavia, le percentuali di furti e atti vandalici in Umbria (19,3% e 18,8%) sono inferiori alla media nazionale (23,5% e 21,1%).
Il 36,8% degli imprenditori del Centro Italia teme il rischio di esposizione a fenomeni criminali, un dato superiore a quello nazionale. I furti preoccupano maggiormente gli imprenditori del terziario (35,9%), seguiti da truffe e frodi informatiche (26,4%), rapine (21,3%), atti vandalici e spaccate (17,3%). Vi è una differenza significativa nella percezione degli atti criminali tra piccoli, medi e grandi centri.
Il 22% degli imprenditori si dichiara molto preoccupato per il rischio di usura e racket, coincidente con il dato nazionale. Il 62,5% ritiene che si dovrebbe denunciare questi fenomeni alle Forze dell’ordine, considerate il soggetto più vicino agli imprenditori minacciati.
Il 69,4% delle imprese del Centro Italia ritiene che il fenomeno del taccheggio sia rimasto invariato rispetto all’anno scorso. Tuttavia, il 44,1% delle imprese non adotta alcuna misura di contrasto. Il 60,2% delle imprese del terziario del Centro Italia si sente penalizzato da abusivismo e contraffazione, che creano concorrenza sleale e riducono i ricavi.
L’82% delle imprese ha investito in misure di sicurezza come videosorveglianza e allarmi antifurto. Il 24,3% dei consumatori del Centro Italia ha acquistato prodotti o servizi illegali nel 2023, con il 63,2% che ha utilizzato canali di vendita online. Gli abiti e la pelletteria sono i prodotti illegali più acquistati.
Il 70,5% dei consumatori acquista prodotti illegali per ragioni economiche, pensando di fare un buon affare. Il 72,7% considera l’acquisto di prodotti illegali come una soluzione per chi è in difficoltà economiche. La maggior parte dei consumatori è consapevole dei rischi, soprattutto per la salute e la sicurezza.