Vola l’export dei distretti industriali dell’Umbria: maglieria perugina fa da traino

Questo è quanto emerge dal Monitor dei Distretti dell'Umbria, curato dalla Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo e presentato a Perugia.

Nel 2023, i distretti industriali dell’Umbria hanno registrato una crescita significativa nelle esportazioni, superando il miliardo di euro con un aumento del 12,2% rispetto al 2022. Questo è quanto emerge dal Monitor dei Distretti dell’Umbria, curato dalla Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo e presentato a Perugia.

o Il distretto della Maglieria e Abbigliamento di Perugia ha rappresentato il 67% delle esportazioni totali dei distretti umbri, con una crescita del 21,8% rispetto al 2022. Le esportazioni di maglieria sono aumentate del 19%, mentre quelle di abbigliamento sono cresciute del 23%. Questi risultati eccezionali sono attribuiti alla presenza di importanti operatori del lusso con una forte vocazione internazionale e a una solida rete di fornitori locali.

I principali mercati di destinazione sono stati gli Stati Uniti, con una crescita del 13%, e la Francia, con un incremento del 32%. Anche le esportazioni verso la Cina hanno registrato un buon andamento, crescendo del 18,7%.

Oltre al settore della moda, anche la meccatronica e l’agroalimentare hanno registrato buoni risultati. Il distretto dell’olio umbro, ad esempio, ha mantenuto stabili le esportazioni del 2022, con una crescita del 24,9% nell’ultimo trimestre del 2023, compensando l’andamento dei primi nove mesi dell’anno. Gli Stati Uniti si confermano come il principale mercato di sbocco, seguiti dal Canada, con una crescita del 45,6%.

In controtendenza, il distretto del mobile dell’alta valle del Tevere ha visto una riduzione delle esportazioni del 10%, attestandosi a 84,8 milioni di euro. Le diminuzioni più significative sono state registrate nelle vendite verso Stati Uniti, Germania e Francia, solo parzialmente compensate dalle crescite verso Svizzera, Regno Unito e Grecia.

Tito Nocentini, direttore regionale Toscana e Umbria di Intesa Sanpaolo, ha evidenziato “luci ed ombre” nei risultati, ma ha sottolineato che i risultati umbri sono migliori della media nazionale, nonostante un contesto globale di rallentamento della domanda. Anche Carlo Pacifici, consigliere delegato a Credito e Finanza di Confindustria Umbria, ha confermato che l’Umbria è in linea con il trend positivo nazionale.

Gli analisti prevedono una graduale ripresa degli scambi mondiali nella seconda metà del 2024, favorita da un allentamento della politica monetaria. Le sfide principali per le imprese umbre saranno l’innovazione digitale e la transizione green, che guideranno i processi di investimento e richiederanno una forza lavoro qualificata.

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