Giuseppe Caforio, Garante regionale peri detenuti, torna a sollevare con forza la questione degli organici insufficienti della polizia penitenziaria nelle carceri dell’Umbria, esprimendo solidarietà al personale del carcere di Spoleto attualmente in stato di agitazione a partire dal 25 marzo proprio per chiedere un ampliamento della pianta organica. La protesta, ritenuta da Caforio non solo legittima ma cruciale per il ripristino di condizioni di lavoro accettabili, pone l’accento sulle difficoltà operative e sulla tensione che grava sulle strutture carcerarie della regione.
La comunità carceraria, composta da personale di polizia, detenuti, amministrativi e medico-assistenziali, è fortemente impattata dalla carenza di personale. A Spoleto, ad esempio, su un organico previsto di 292 poliziotti ne sono in servizio effettivo solo 193, con un deficit di quasi 100 unità, di cui 24 prossimi alla pensione. Situazioni analoghe si registrano in altre strutture della regione, con il carcere di Terni che evidenzia una carenza media di personale superiore al 30%.
Le recenti assunzioni, purtroppo, non sono sufficienti a colmare il fabbisogno delle strutture, né a compensare il numero di pensionamenti. In questo contesto, Caforio sottolinea l’importanza di interventi urgenti e l’opportunità che potrebbe derivare dalla creazione del Dipartimento per l’organizzazione delle carceri con sede a Perugia, un’entità che coprirebbe le regioni dell’Umbria, dell’Abruzzo e del Molise, promuovendo una migliore gestione e organizzazione delle risorse umane: “La comunità carceraria composta dalla stessa polizia, dai detenuti, dal personale amministrativo e dal personale medico assistenziale e ricreativo – afferma Caforio -, si basa su un complesso equilibrio che laddove venga meno per gravi carenze di organico, determina effetti nefasti, come di fatto sta avvenendo con situazioni di tensione, logorio e talora purtroppo anche inaudita violenza, anche con atti di autolesionismo”
Inoltre, il Garante evidenzia come i problemi di gestione nelle carceri umbre siano aggravati dal trasferimento di detenuti con profili complessi dalla Toscana, che vanno a sommarsi a situazioni già di per sé critiche, aumentando tensioni e disordini. La polizia penitenziaria, che svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento degli equilibri all’interno delle carceri, si trova quindi a operare in condizioni estremamente difficili, spesso sostituendosi anche al personale medico nella gestione di detenuti con problemi psicologici o psichiatrici.
Caforio conclude sottolineando l’elevata professionalità e sensibilità dimostrata dai poliziotti penitenziari, che hanno mostrato “doti umane speciali” nel loro difficile compito. L’auspicio è che si possa procedere rapidamente a un significativo incremento degli organici della polizia penitenziaria in tutta la regione, anche grazie all’istituzione del nuovo dipartimento penitenziario, per assicurare condizioni di lavoro più sostenibili e migliorare la gestione delle strutture carcerarie dell’Umbria.