Dopo 20 anni si chiude una vicenda che ha visto al centro la vita notturna del centro storico di Perugia e l’ex proprietaria di una pasticceria, Michela Grasselli. La storia, ricostruita da ‘Il Messaggero Umbria’, inizia nel periodo tra settembre e ottobre 2004, quando il Comune di Perugia decise di imporre una serie di restrizioni alle attività notturne dell’Acropoli per garantire sicurezza e vivibilità, incluso l’orario di chiusura obbligatorio dalle 2.30 alle 5 per alcune attività commerciali.
Michela Grasselli, allora titolare della pasticceria in via Alessi, si trovò immediatamente in disaccordo con le ordinanze comunali, vedendo limitata e anzi di fatto fermata la propria attività negli orari più redditizi. La resistenza si trasformò presto in una battaglia legale che, nel 2009, vide i commercianti trionfare davanti al Consiglio di Stato, ottenendo l’annullamento delle contestate ordinanze. Tuttavia, per Grasselli, la vittoria non fu completa senza un adeguato risarcimento per i danni economici subiti a causa delle restrizioni imposte dal 2004 al 2009.
Nonostante un primo insuccesso nel 2015, quando il TAR Umbria dichiarò il ricorso per il risarcimento tardivo e quindi inammissibile, l’ex commerciante non si diede per vinta. Portando il caso nuovamente al Consiglio di Stato, Grasselli ottenne finalmente giustizia, concludendo la disputa legale con un accordo che prevede il riconoscimento da parte del Comune di Perugia di un debito fuori bilancio per un risarcimento di 120.000 euro, oltre a quasi 12.000 euro di spese legali.