“Anatomia del Jihadismo in Italia”, a Perugia il libro sui 30 anni del fenomeno nel nostro Paese

Nella sala della Vaccara, il ricercatore Francesco Bergoglio Errico ha presentato “Anatomia del jihadismo in Italia”che analizza trent’anni di dati giudiziari

Venerdì a Perugia, nella suggestiva cornice della sala della Vaccara e con il patrocinio del Comune, è stato presentato “Anatomia del Jihadismo in Italia”, l’ultima fatica di Francesco Bergoglio Errico, ricercatore Ercor e analista di sicurezza, nonché mente dietro al Monitoring Jihadism Project. L’evento ha visto la partecipazione di figure chiave nel campo della sicurezza e dell’analisi geopolitica, in un confronto aperto sulle sfaccettature e le evoluzioni del jihadismo nel contesto nazionale.

Il libro si propone come una delle analisi più approfondite sul tema del jihadismo in Italia, frutto di un decennio di studi e raccolte dati su procedimenti giudiziari. Attraverso una meticolosa esplorazione delle dinamiche terroristiche, Errico offre un’opera indispensabile per gli addetti ai lavori, arricchita da 540 profili e oltre 12.000 pagine di materiali giudiziari, rendendola un punto di riferimento nello studio del fenomeno.

Francesco Bergoglio Errico ha dedicato anni alla raccolta e all’analisi di dati giudiziari, con l’obiettivo di colmare un gap nella ricerca scientifica riguardante il jihadismo in Italia. La sua esperienza, che spazia dalla formazione in Scienze Geografiche all’Antropologia culturale, fino alla specializzazione in Geopolitica e Sicurezza globale, lo ha portato a fondare il Monitoring Jihadism Project, un’iniziativa che dal 2018 si dedica all’analisi evidence-based del terrorismo jihadista, coprendo un arco temporale che va dal 1993 al 2023.

Durante la presentazione, Errico ha sottolineato la trasformazione del jihadismo nel tempo, passando da un modello fortemente gerarchico a uno più aperto, come dimostrato dal caso di un giovane che ha giurato fedeltà all’ISIS tramite il proprio smartphone prima di compiere un attacco a Zurigo. L’autore ha anche accennato alle sfide poste dall’intelligenza artificiale e dalle nuove tecnologie, che se da un lato offrono nuovi strumenti per l’analisi e la prevenzione, dall’altro rappresentano una frontiera ancora poco esplorata nel contrasto al terrorismo.

Tra gli ospiti, Carlo Biffani, senior consultant in Security, Investigations and Intelligence, ha evidenziato come il jihadismo, lungi dall’essere un fenomeno estraneo all’Italia, rappresenti una minaccia in continua evoluzione, la cui comprensione e prevenzione richiedono un impegno costante. Damiano Greco, analista geopolitico e mediatore culturale, ha invece posto l’accento sull’importanza di interventi educativi nelle scuole per prevenire l’attrazione verso l’estremismo religioso tra i giovani.

L’evento, che ha visto la partecipazione di personalità del calibro di Roberta Colombo e Sarah Bregante, oltre agli assessori Edi Cicchi e Leonardo Varasano, si conferma come un momento di riflessione critica sulle strategie di contrasto al terrorismo e sul ruolo della ricerca scientifica e dell’analisi dati nella lotta al jihadismo.

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