Foligno, parto tragico: la giustizia contabile esclude il danno erariale

I giudici contabili hanno concluso che le complicanze che hanno portato al danno permanente avevano inizio ben prima del parto

Neonato

In un contesto di crescente attenzione verso la responsabilità medica, una recente sentenza della giustizia contabile si distingue per aver affrontato con rigore e dettaglio le complessità di un caso di parto difficoltoso. Tre professionisti sanitari, difesi con maestria dagli avvocati Donato Antonucci, Enrico Parlanti e Silvia Stancati, hanno visto respinta l’accusa di aver causato un danno erariale alle casse della sanità regionale, in seguito a un parto che ha lasciato conseguenze permanenti sul neonato.

Il cuore della questione ruota attorno a un risarcimento di 1.650.000 euro, liquidato in via transattiva, con metà dell’importo, ovvero 825.000 euro, rimborsati all’azienda assicuratrice dall’Azienda Sanitaria Locale (ASL) Umbria 2. Questo pagamento era stato interpretato dalla Procura regionale della Corte dei conti come un possibile danno indiretto per l’ente sanitario, scatenando un’indagine sulla condotta dei medici coinvolti.

La problematica affrontata riguardava una grave encefalopatia ipossico-ischemica, ascrivibile a un’asfissia perinatale severa, che ha lasciato il bambino con un danno biologico valutato al 100%. La Procura contabile sosteneva che il danno fosse frutto di un’esecuzione non corretta delle procedure di parto da parte dei tre ostetrici, indicando una presunta responsabilità per “condotta gravemente colposa”.

Tuttavia, la sentenza ha ribaltato questa interpretazione. Sulla base delle valutazioni di consulenti esperti, i giudici contabili hanno concluso che le complicanze che hanno portato al danno permanente avevano inizio ben prima del parto, e che gli ostetrici non potevano essere ritenuti responsabili per decisioni che spettavano al medico che aveva gestito l’accettazione della paziente al momento del ricovero.

Nonostante siano state riconosciute diverse omissioni da parte del personale sanitario, queste sono state qualificate come frutto di colpa lieve, insufficiente per configurare una responsabilità per danno erariale, che richiederebbe invece una colpa grave. Di conseguenza, la richiesta di condanna avanzata dalla Procura contabile è stata rigettata, segnando un punto di riferimento importante nella giurisprudenza relativa alla responsabilità medica e al danno erariale.

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