Cacciatore uccide un cane da guardia: revocate armi e licenza per tre anni

Decisione presa in seguito alla constatazione che il cacciatore aveva volontariamente esploso il colpo di fucile

Un episodio controverso ha coinvolto le autorità giudiziarie dell’Umbria e un cacciatore, il quale ha recentemente affrontato la revoca della propria licenza di caccia e del permesso di detenere armi e munizioni. La situazione si è originata quando, al rientro da una battuta di caccia, l’individuo ha sparato a un cane, causandone la morte. Il cane si trovava all’interno di un vivaio, protetto da una recinzione, e secondo il racconto del cacciatore, si era mostrato aggressivo, mettendo in pericolo la sua incolumità. Nonostante ciò, l’azione del cacciatore ha suscitato preoccupazioni immediate, portando alla revoca delle sue autorizzazioni di caccia e possesso di armi.

La decisione è stata presa dal prefetto di Perugia e attuata dai Carabinieri di Castiglione del Lago, in seguito alla constatazione che il cacciatore aveva volontariamente esploso il colpo di fucile. Tuttavia, è stato difficile dimostrare che l’azione fosse stata guidata da crudeltà o avvenuta senza giustificato motivo. Nonostante ciò, il rischio rappresentato dal colpo di fucile, considerando la vicinanza non percepita del proprietario del cane e titolare del vivaio, ha giustificato il ritiro delle licenze.

Di fronte a questa situazione, il cacciatore ha deciso di impugnare la decisione, presentando ricorso al Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria. La sua difesa si è concentrata sulla contestazione della legittimità della revoca delle licenze, sostenendo di aver agito per autodifesa di fronte a un pericolo percepito.

Nonostante la complessità del caso e il dibattito sulle motivazioni dell’azione del cacciatore, si è arrivati a una svolta significativa dopo più di tre anni dall’incidente. Al cacciatore sono state restituite la licenza di caccia e il permesso di detenere armi e munizioni, portando a una “sopravvenuta carenza di interesse o cessazione della materia del contendere” secondo i giudici amministrativi. Questa decisione ha concluso il caso, stabilendo un’integrale compensazione delle spese di lite e chiudendo una vicenda che ha sollevato questioni importanti riguardo la sicurezza, la responsabilità e la gestione delle licenze di caccia e possesso di armi.

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