La sfida di UniPg: intelligenza artificiale per migliorare la cura dell’Alzheimer

Pogetto di ricerca finanziato con 70 mila euro dalla Fondazione Perugia e coordinato dal professor Gammaitoni: "Costruire un modello accurato della malattia"

Un progetto innovativo dell’Università degli Studi di Perugia, finanziato dalla Fondazione Perugia con un contributo di 70 mila euro, si propone di rivoluzionare il trattamento dell’Alzheimer attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale. Coordinato dal professor Luca Gammaitoni, il progetto mira a un approccio più efficace nella diagnosi e gestione della malattia.

“Il nostro obiettivo è migliorare la capacità di identificare precocemente i sintomi dell’Alzheimer e fornire ai medici strumenti avanzati per monitorarne l’evoluzione,” ha dichiarato Gammaitoni all’Ansa. “Attraverso l’intelligenza artificiale, vogliamo analizzare vasti insiemi di dati per costruire un modello accurato della malattia.”

Questo sforzo di ricerca si inserisce in un contesto di collaborazione interdisciplinare. “Siamo di fronte a una sfida che richiede una sinergia tra discipline diverse,” ha aggiunto Gammaitoni. “Fisici, neurobiologi, medici e informatici lavorano insieme per aprire nuove frontiere nella diagnosi precoce delle malattie neurodegenerative.”

Il team include anche ricercatori emergenti come Igor Neri e Giovanni Bellomo, dimostrando un forte impegno nell’incoraggiare nuovi talenti. “Questi giovani ricercatori stanno dando un contributo significativo alla preparazione del progetto,” ha sottolineato Gammaitoni.

L’Università di Perugia sta già promuovendo discussioni su questa nuova frontiera della medicina. Un convegno tenutosi lo scorso marzo ha esplorato le potenzialità e i limiti dell’intelligenza artificiale in ambito biomedico. “Abbiamo creato un laboratorio, Aiba, che si concentra sull’applicazione dell’intelligenza artificiale in biomedicina,” ha ricordato Gammaitoni, menzionando la collaborazione con il professor Vincenzo Nicola Talesa e altri esperti di diverse discipline.

Questo approccio multidisciplinare non solo pone l’Università di Perugia all’avanguardia nella ricerca sull’Alzheimer, ma segna anche un importante cambiamento nel modo in cui la scienza affronta problemi complessi. Con l’integrazione di diverse competenze e prospettive, l’Università si propone come un modello di innovazione e collaborazione, con l’obiettivo di apportare miglioramenti significativi nella qualità della vita dei pazienti affetti da Alzheimer.

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